“Il carcere per chi evade più di 100.000€, in uno dei Paesi con la pressione fiscale più alta al mondo, equivale a voler trasformare il clima socio-economico nel Paese, in un clima di terrore in cui vi è una spada di Damocle tenuta dallo Stato di polizia tributaria. A questo va aggiunto che, in materia fiscale, non vige da tempo la presunzione d’innocenza, ma nel corso degli accertamenti fiscali si parte da un assunto opposto a quello dell’innocenza, e l’onere della prova spetta sempre alla difesa invece che agli accusatori. Non si capisce poi il computo dei 100.000€, in quanto tempo, perché se si trattasse di 100mila euro di evasione per tutta la vita o anche in un lasso di tempo di diversi anni, probabilmente in Italia verrebbero arrestati tutti i baristi, i parrucchieri e qualsiasi imprenditore. Nel Paese in cui esiste l’evasione di sopravvivenza a causa di una tassazione asfissiante prevedere il carcere per i piccoli evasori significa andare verso la dittatura fiscale. Sono previste poi nella manovra ulteriori misure assistenziali del tutto controproducenti per lo sviluppo economico del libero mercato. Sono poi state introdotte nuove tasse come la sugar tax, la plastic tax, l’aumento della cedolare secca e ulteriori tasse sulle sigarette tutte misure che danneggeranno interi settori produttivi della nostra economia. Vengono previsti 30 miliardi di maggiori spese – viene spiegato – mentre 15 sono maggiori entrate. Tra queste ultime, 6,5 miliardi provengono dalle misure individuate nel Decreto Fiscale, mentre 8,5 miliardi provengono da maggiori entrate individuate con le misure del Disegno di Legge di Bilancio. Il resto è coperto in deficit, con 14,4 miliardi di euro. Non vi è stato infatti alcun taglio della spesa pubblica, nessun risparmio rispetto agli enormi sprechi del nostro Stato. Il Governo ci sta portando verso una dittatura fiscale, tenendo nelle sue mani il potere di poter criminalizzare l’economia e i cittadini a seconda della necessità di risorse di cui lo Stato dovesse avere bisogno per colmare il suo buco nero” – Cosi Alessandro BERTOLDI, Direttore Esecutivo dell’Istituto Milton Friedman.

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