Questa notte il Consiglio della Provincia autonoma di Trento, nell’ambito dell’assestamento di Bilancio, ha approvato un emendamento a firma del Consigliere provinciale Giacomo Bezzi grazie al quale la legge provinciale sul gioco approvata nel 2015 per quanto riguarda le sale dedicate presenti sul territorio provinciale entrerà in vigore il 12 agosto 2022 invece che il 12 agosto 2020, quindi tra 4 anni invece che tra 2″. Così in una nota il Milton Friedman Institute.”Questa proroga della scadenza concede altri due anni alle imprese per potersi adeguare alla normativa, ma con più probabilità consentirà nella prossima legislatura al Consiglio provinciale di presentare una nuova proposta di legge che tenga conto delle osservazioni degli esperti, di Asl e Azienda sanitaria trentine che hanno ribadito anche negli scorsi mesi quanto il proibizionismo sia nocivo anche per i giocatori d’azzardo patologici.L’Istituto Milton Friedman, inoltre, intende congratularsi con il Consigliere Bezzi, con il Presidente Ugo Rossi e l’intero Consiglio provinciale per questo importante risultato a tutela della salute pubblica, delle imprese, dei lavoratori, della legalità e di tutti i cittadini. L’approvazione di questa proroga è un atto politico importante, un punto da cui partire, forse l’unico atto politico rilevante contro il proibizionismo sul gioco lecito in un periodo in cui il populismo e le scelte più facili e dannose vanno per la maggiore. Questi 4 anni daranno il tempo alla politica per comprendere meglio il fenomeno nel suo complesso e operare delle scelte ponderate e corrette rispetto a quelle fatte in passato. Infine auspichiamo nei prossimi due anni la proroga si possa estendere a tutte le attività che offrono il gioco lecito, così che vi sia il tempo per una nuova legge organica locale o ancora meglio di carattere nazionale, senza che nel frattempo queste vengano colpite dal divieto nel 2020, pensiamo in particolare alle tabaccherie che riteniamo debbano essere considerate luoghi dedicati al gioco da tutelare, in considerazione anche del fatto che sono concessionari di Stato e che il 50% dei loro introiti dipende proprio dal gioco lecito. Intanto auspichiamo con forza che quante più regioni italiane possano seguire l’esempio trentino e prendersi più tempo per approfondire il tema senza nel frattempo uccidere l’offerta legale di gioco pubblico, operando quel proibizionismo che non fa che incentivare di conseguenza quella offerta irregolare, criminalità e gioco patologico.
Ufficio Stampa