di Massimiliano Rubin
Stiamo attraversando probabilmente la crisi più grave e trasversale che ciascuno di noi abbia mai visto. Una crisi che non guarda in faccia nessuno, dagli Stati Uniti d’America all’Ecuador, dal Sudafrica alla Nuova Zelanda, dalla Cina alla nostra amata Italia. Non c’è distinzione di ceto sociale e nemmeno di colore politico, tutti sono coinvolti. Un disastro che inanella gravi conseguenze sanitarie a quelle psicologiche ed economiche.
In questo scenario sembra chiaro a tutti, o quasi, che la priorità assoluta vada data alla salute. Ma cos’è realmente la salute? Carl Gustav Jung avrebbe detto “trovatemi un uomo sano ed io lo curerò per voi”. Per lui, infatti, la salute non poteva ricondursi esclusivamente alla malattia del corpo, ad un virus, ma anche a tutte quelle conseguenze psicologiche e sociali che l’essere umano inevitabilmente affronta.
Dato per assodato che crisi sanitaria, crisi economica e crisi sociale meritino tutte estrema attenzione, quale potrebbe essere la soluzione primaria a tutti i nostri mali? Il mio personale capro espiatorio si chiama burocrazia: una di quelle parole che solo a nominarla spaventa o addirittura esaspera il cittadino medio.
In questi mesi la burocrazia ha avuto numerose responsabilità nell’aggravare la crisi coronavirus: difficoltà o impossibilità nell’approvvigionamento di dispositivi di protezione come le mascherine; rallentamento del processo di potenziamento del sistema sanitario e quindi molti posti letto in meno negli ospedali per gli italiani; mancata efficienza nel sostegno economico alle famiglie e alle aziende, con milioni di italiani appesi a portali internet al collasso e imprese alla ricerca disperata di soluzioni per non fallire, nell’indeterminatezza di ricevere la liquidità promessa nei propri conti correnti.
Burocrazia è sinonimo anche di sistema fiscale inefficiente, dove il nemico fino ad oggi non è stato chi ha imposto regole su regole senza offrire scenari di stabilità a chi investe e lavora in Italia, ma paradossalmente sono stati questi stessi investitori e lavoratori la minaccia da piegare.
La sopravvivenza di una Nazione si basa sulla capacità delle sue aziende e dei suoi cittadini di produrre reddito. Perché è proprio tassando quel reddito che è possibile investire in nuovi posti letto in ospedale, è possibile investire in una ricerca che possa scongiurare o limitare crisi di questo tipo in futuro ed è possibile garantire sostentamento e dignità a tutti i ceti sociali.
Per essere competitivi in un contesto europeo e di conseguenza globale è necessario dotarci di un sistema Italia che possa reggere il confronto con i livelli di semplificazione burocratica e fiscale di altri stati più floridi e vivaci economicamente, prendendoli come target di riferimento piuttosto che come nemici inarrivabili.
Dal mio punto di vista la capacità produttiva, cardine della nostra società, non dovrebbe che essere agevolata e facilitata. Come farlo? Semplificando norme, pianificando una tassazione ottimizzata ed equa, promuovendo una giustizia garante dei diritti, eliminando una volta per tutte quel freno inaccettabile che rappresenta la nostra “amata” burocrazia.
Destra? Sinistra? Centro? Tecnici? Task force? Movimenti di protesta? Comitati scientifici? Sono aperto ad un contraddittorio. Ove non ci fosse nulla da obbiettare credo sia lecito aspettarsi un’immediata ed efficace rivoluzione di un sistema che oggi ci incatena e minaccia la nostra salute.
Massimiliano Rubin