Redazione
Dopo un decennio dai casi Welby e Englaro, passa al Senato, con un lungo applauso, con 180 sì e 71 no il disegno di legge sul biotestamento,
Da adesso sarà possibile la disposizione anticipata di trattamento e le scelte terapeutiche sul fine vita, a cui il medico dovrà attenersi, senza libertà di coscienza e anche nel caso in cui il paziente non sia più in grado di esprimere il consenso.
Non viene riconosciuto il diritto al suicidio assistito ma il diritto a rinunciare ai trattamenti sanitari con sollievo dalle sofferenze.
Quella di oggi è una scelta coraggiosa che garantisce una libertà agli individui da troppo tempo negata. Riprendendo una celebre frase di Seneca:
“Proprio come sceglierò la mia nave quando mi accingerò ad un viaggio, o la mia casa quando intenderò prendere una residenza, così sceglierò la mia morte quando mi accingerò ad abbandonare la vita.”